30 Maggio 2025 | Leave a comment Il rosa fa assolutamente la sua parte! Ma non è questo che rende i cocktail di questo tipo assolutamente vincenti! Con questa proposta, infatti: -parli di nuovi gusti, -intercetti tendenze internazionali, -apri la porta a una proposta più fresca, raffinata e trasversale. Facciamo due conti La domanda c’è, ed è concreta. Negli ultimi anni il consumo di vino rosato — e di conseguenza anche dei cocktail che ne fanno uso — è cresciuto in modo costante. Secondo i dati dell’Osservatorio UIV (Unione Italiana Vini), il rosé rappresenta ormai più del 10% del consumo globale di vino fermo, con punte ancora più alte nei contesti metropolitani, nei locali trendy e nei format di consumo più informali. In altre parole: piace, è riconoscibile, e ha un’identità propria. Un’identità che puoi valorizzare, se lo sai raccontare. Il rosé nei cocktail è una base aromatica versatile, capace di esaltare botaniche, frutta fresca, bitter leggeri e persino spezie. Ecco perché molti bartender lo stanno inserendo nelle ricette come alternativa brillante ai classici bianchi o ai più impegnativi rossi. Può essere frizzante o fermo, secco o amabile, e si adatta bene a ricette low alcol — molto richieste, soprattutto nel pre-serale — e a cocktail strutturati con personalità più marcata. Qualche esempio pratico? Il “Rosé Spritz” (rosato, soda e bitter), il “Frosé” (rosé frozen con fragole e lime), il “Rosé Negroni” (gin, vermouth rosé, bitter bianco), o ancora un “Rosé & Tonic” con zest di pompelmo rosa e pepe rosa. Ricette semplici da gestire, scenografiche, dal gusto bilanciato e adatte a chi cerca un drink fresco ma non scontato. E, cosa da non sottovalutare, con un ottimo margine operativo. Il cliente tipo? Più ampio di quanto pensi. I cocktail rosé parlano alla clientela giovane, certo, ma non solo. Piacciono a chi cerca esperienze leggere, a chi beve con moderazione ma non vuole rinunciare alla qualità, a chi ama i prodotti visivamente belli ma non stucchevoli. Sono perfetti per un pubblico femminile, ma non esclusivamente: funzionano anche tra gli over 40 e tra gli appassionati di vino in cerca di proposte crossover. Dal punto di vista del bar manager, inserirli è una mossa intelligente. Perché: – ampliano l’offerta senza complicarla (basta un rosé ben scelto e pochi ingredienti); – valorizzano la stagionalità: sono perfetti da maggio a settembre, ma possono funzionare anche in inverno, con spezie e accostamenti agrumati; – aumentano la vendibilità dei vini rosati anche al calice o in bottiglia; – offrono uno storytelling semplice, fatto di leggerezza, convivialità, eleganza informale. Quindi… vai su www.ristopiulombardia.it, sezione Enoteca: ti troverai di fronte alla migliore offerta di vini rosè per l’horeca che esista. Parti da qui, scegliendo proposte di eccellenza e buon lavoro! Commenti commenti
18 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: note delicate di frutta tropicale intrecciata con zucchero di canna e banana matura. Gusto: al palato mostra sottili spezie e note floreali con un finale di canna da zucchero e vaniglia. Commenti commenti
19 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: dolce con intense note di frutta secca, uva, ciliegia e prugna. Forte presenza di note di vaniglia, legno, noce e caffè della moka. Gusto: al palato lascia spiccate note di uva, prugne, noce, con un tocco di cioccolato e caffè, per un finale setoso. Commenti commenti
19 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: al naso primeggiano note zuccherine della canna che sviluppano un corpo morbido e dolce. Si conclude con un accenno di agrumi. Gusto: al palato ha un sapore molto caratteristico, gradevolmente dolce, con note apprezzabili in un finale morbido. Commenti commenti